“Ma io pagavo anche il prezzo di questo strano mestiere di giornalista. Si è sempre là dove c’è un qualche dramma e non si può assistere per anni, impunemente, a rivoluzioni fallite, delitti irrisolti, speranze deluse, problemi senza soluzioni. Vietnam, Cambogia, Tien An Men: sempre cadaveri, gente che scappa e, lentamente, la convinzione che niente serve a niente e che il momento della giustizia non arriverà mai. Alla fine anche le parole, usate e riusate per descrivere sempre le stesse situazioni, gli stessi massacri, le facce dei morti e i pianti dei sopravvissuti mi parevano aver perso ogni loro significato. Tutte mi suonavano ormai come cocci rotti” – Un indovino mi disse, Tiziano Terzani