Sono rimasto colpito dallo striscione che oggi è comparso allo Stadio Olimpico di Roma. Uno striscione senza alcuna attinenza sportiva, ma con una valenza politica. Nello striscione si incitavano i valsusini a continuare a difendere il territorio e si lanciava un augurio al leader NoTav Luca Abbà. Ieri abbiamo visto manifestazioni in tutta Italia e anche nella capitale a sostegno della lotta valligiana. La protesta cambia volto e probabilmente assume una connotazione differente rispetto a quello che era in passato.
Premetto: io non sono a favore dell’opera perché credo che non sia utile al paese e ho dubbi sulle conseguenza ambientali che potrebbe avere. Sto solo facendo un esercizio di analisi da bar.
Partiamo dal dato più interessante: la protesta non è più sull’inutilità dell’opera, sui costi e sulla necessità di realizzarla, ma è sulla difesa del territorio. Sembra un aspetto da poco, ma allarga il raggio d’azione della protesta. Su Repubblica di venerdì Griseri ci raccontava delle diverse anime dell’opera, le tre principali: autonomi, antagonisti, valsusini. Ci veniva spiegato che all’interno del movimento gli autonomi stessero cercando di estendere a livello nazionale la protesta per allontanare o bloccare l’arrivo di antagonisti in valle in modo da ridurre la tensione e pressione sul territorio. Evidentemente così potrebbe essere andata visto che abbiamo assistito a manifestazioni in tutta Italia.
Chi manifesta fuori dal Piemonte molto probabilmente neppure conosce i motivi per i quali i valsusini non vogliono la Tav ed è per questo che è stato spostato il centro della questione. Chi dunque chiede di spostare la discussione sui meriti fa bene, ma deve sapere che i meriti non sono più quelli che attende.
Tutto questo succede dopo l’incidente di lunedì scorso in seguito al quale è nato il conflitto tra manifestante e forze dell’ordine. I fatti indicavi che sono successi successivamente: le prime tensioni in valle; il video di “pecorella”; gli scontri di notte; i vari roghi sulla A32. Un susseguirsi di fatti che ha spostato la lotta sul vero tema adesso in questione (ovviamente per tutti tranne che per i valsusini e i NoTav non dell’ultimo minuto): lo scontro con lo Stato. Non a caso è apparsa anche in valle la scritta “ACAB”. L’altra volta che è apparsa in pubblico è stato alla manifestazione-guerra di Roma nella quale venne bruciato un mezzo dei carabinieri.
Ultimo dato che metto in evidenza: la scritta è entrata allo stadio, nello specifico l’Olimpico di Roma, in una curva politicizzata. Ultras della Roma e della Lazio già insieme si erano unite nel 2007 in seguito alla morte di Gabriele Sandri ed in quell’occasione lo scontro fece molto rumore e i danni furono ingenti.
Ora dunque ci troviamo davanti ad una doppia protesta: quella locale e originale; quella contro lo Stato. Penso di aver detto tutto.